Palazzo Ca’ Pesaro a Venezia

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Ca’ Pesaro

Splendido palazzo di Venezia ubicato nel sestiere di Santa Croce, Ca’ Pesaro si trova tra Palazzo Coccina Giunti Foscarini Giovannelli e Palazzo Correggio e si affaccia sul Canal Grande.

L’edificio si trova a poca distanza da Ca’ Corner della Regina e dalla Chiesa di San Stae ed è famoso anche perché ospita la Galleria internazionale d’arte moderna e il Museo d’arte orientale della città lagunare.

Scopriamo la storia, curiosità e le meraviglie che custodisce questo magnifico palazzo di Venezia, tappa imperdibile durante un soggiorno in questa incantevole città!

Un po’ di storia

Progettato nella seconda metà del XVII secolo dal noto architetto Baldassarre Longhena, massimo esponente del barocco veneziano, per volontà della ricchissima e nobile famiglia Pesaro, questo palazzo grandioso venne iniziato a costruire nel 1659.

Nel 1676 era stato completato il cortile che si distingueva per le splendide logge, mentre nel 1679 venne realizzato il secondo piano e ultimata la prestigiosa facciata sul Canal Grande. I lavori proseguono ma purtroppo non vengono portati a termine prima della morte di Longhena.

L’architetto morì infatti nel 1682, così i Pesaro dovettero affidare i lavori ad altri professionisti: il prescelto fu Gian Antonio Gaspari che terminò la struttura entro il 1710 e nel complesso rispettò il progetto originario anche se vi apportò delle modifiche leggere.

Il progetto del Longhena riguardo a Ca’ Pesaro è di chiara ispirazione alla classicità del Sansovini, e l’armonia degli elementi è frutto di elaborate combinazioni che hanno dato vita a quello che viene considerato a tutti gli effetti un vero e proprio capolavoro dell’architettura civile barocca veneziana.

Successivamente il palazzo divenne di proprietà dei Gradenigo, ma poi venne utilizzato dai Padri armeni Mechitaristi che ne fecero un collegio. Attorno alla metà dell’ottocento i padri si trasferirono definitivamente a palazzo Zenobio e il palazzo venne acquistato dalla famiglia Bevilacqua. Fu merito della duchessa Felicita Bevilacqua che questo meraviglioso edificio venne trasformato in galleria d’arte moderna.

Sposata al generale Giuseppe La Masa, alla sua morte lasciò il suo palazzo sul Canal Grande al comune di Venezia con l’intenzione di trasformarlo in un luogo di accoglienza e di esposizione per i giovani artisti. Fu così che, dietro indicazioni date dal suo testamento olografo, dal 1898 Ca’ Pesaro ospita la Fondazione Bevilacqua La Masa.

Descrizione di Ca’ Pesaro

Maestoso e imponente, Ca’ Pesaro si affaccia sul Canal Grande e colpisce per la sua imponenza ma anche per il suo perfetto equilibrio e per la qualità delle sue decorazioni. Di grande effetto è la facciata principale in stile barocco, resa ancora più preziosa da bassorilievi e statue in grado di creare notevoli chiaroscuri.

Il pianoterra ha uno zoccolo costellato da protomi leonine sul quale si erge un austero bugnato con punte di diamante attraversato da due file di finestre, aperto al centro da due portali gemelli sovrastati statue e mascheroni.

I piani nobili si contraddistinguono per la presenza di sette archi a tutto sesto decorati pesantemente e divisi da colonne sporgenti che in corrispondenza dei muri portanti diventano il doppio. Infatti, al primo piano è evidente il motivo sansoviniano nel ritmo chiaroscurale degli archi profondi e delle colonne, e al secondo piano la facciata, decorata da Antonio Gaspari, è decorata nei pennacchi e nella trabeazione con vari ornamenti.

Altrettanto sontuosa è la facciata laterale leggermente curva, la cui dinamica contrasta con la facciata principale che si presenta più statica. Questa facciata è stata progettata in un secondo tempo e rispetto alla prima appare più semplice.

Si notano anche delle trasformazioni effettuate da Gaspari. Infatti, nel progetto originale il palazzo doveva essere diviso in due parti da uno scalone monumentale che si snodava in parallelo al corso del Canal Grande. Invece, Antonio Gaspari lo rese perpendicolare al canele e lo addossò su un lato del portego. L’architetto fece delle modifiche anche al cortile, ma un altro spazio dell’edificio che risulta ancora oggi abbastanza regale è l’atrio.

Disposto lungo l’asse di tutto l’edificio, l’atrio si presenta piuttosto ampio e austero, e si articola intorno ad una maestosa vera da pozzo, è circondato da una terrazza e attraversato da un porticato a bugne in cui si alternano lesene doriche e piani superiori sormontati da finestre architravate.

Gli interni del palazzo, vista la sontuosità e lo sfarzo dell’esterno, dovevano essere senza dubbio altrettanto opulenti. Di tutte le meraviglie che vi erano un tempo oggi rimangono qualche affresco e delle decorazioni, ma ammirando i soffitti in cui le allegorie sono realizzate da Giambattista Pittoni si può immaginare come dovevano essere all’epoca le sale e le pareti.

Oltre ai soffitti decorati con affreschi del Pittoni, si possono ammirare anche affreschi del Bambini, del Crosato, del Trevisani e di Brusaferro. Tra i decori dei soffitti realizzati da importanti artisti dell’epoca troviamo quelli del Tiepolo che realizzò “Zefiro e Flora”, realizzato tra il 1730 e il 1735 e ad oggi custodito al Museo del Settecento Veneziano di Ca’ Rezzonico.

Ma dai documenti d’archivio risultano di enorme valore le collezioni della famiglia Pesaro, che possedevano opere di artisti come Carpaccio, Giorgione, Tintoretto, Vivarini, Bellini, ma anche appartenenti ad artisti del Seicento e del Settecento veneziano.

Purtroppo, questo patrimonio così vasto e di enorme valore entro il 1830 risultò definitivamente disperso. In questo stesso anno morì l’ultimo erede dei Pesaro, che vendette all’asta a Londra la maggior parte del patrimonio.

Come detto in precedenza, dopo i Pesaro il palazzo passa ai Gradenigo, poi ai Padri armeni Mechitaristi e infine dalla famiglia Bevilacqua. E’ a Felicita Bevilacqua La Masa che si deve l’istituzione del palazzo a galleria d’arte moderna.

Ca’ Pesaro e la sua collezione

Fondata dal principe Alberto Giovannelli, la Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Venezia ebbe spunto da una sua iniziativa, che mise in atto durante la seconda Biennale di Venezia avvenuta nel 1897. Il principe acquistò sei opere d’artisti italiani e stranieri e ne fece dono al comune di Venezia. Seguirono il gesto del principe altri facoltosi e anche il Re Vittorio Emanuele III fece dono di quattro dipinti per incrementare la collezione.

Inizialmente la Galleria Internazionale d’Arte Moderna occupò una delle case di Ca’ Foscari, ma nel 1899 venne trasferita nel palazzo di Ca’ Pesaro, ben più grande come spazio espositivo e abbastanza adeguato per accogliere l’enorme collezione.

Ad oggi la Galleria d’Arte Moderna di Venezia custodisce dipinti e sculture del XIX e XX secolo, di cui fanno parte capolavori di Klimt, Chagall, Klee, Moore e Kandinsky. Fra i dipinti di grande rilevanza internazionale è presente la “Giuditta II (Salomè)” di Klimt, che il comune di Venezia acquisì in seguito alla partecipazione dell’artista alla Biennale del 1910. In questa occasione il pittore austriaco espose ben 22 opere.

Fra le opere presenti nel museo vi sono anche lavori di Medardo Rosso, Giacomo Balla, Adolfo Wildt, Arturo Martini, Gino Rossi, Giorgio Morandi e Felice Casorati.

Nel 2017 vi è l’arrivo della Collezione Chiara e Francesco Carraro, mentre si procedette dopo all’ampliamento delle prospettive storico-critiche date dal dialogo con i nuovi capolavori approdati nel museo.

Nel febbraio 2019 alla collezione si sono aggiunte altre trentadue opere di autori italiani fra i più importanti del ‘900: si tratta di capolavori di Massimo Campigli, Carlo Carrà, Giacomo Manzù, Ottone Rosai, Scipione e Mario Sironi provenienti da celebri collezioni di arte italiana.

Nelle sale del secondo piano del palazzo sono esposte invece delle mostre temporanee. Al terzo piano si trova il Museo d’Arte Orientale, uno dei più importanti centri espositivi dell’arte asiatica d’Europa.

Nelle sale del primo piano il museo ha inaugurato nel 2013 un nuovo percorso espositivo denominato “Colloqui”, in cui sono evidenti le influenze più significative di alcuni grandi maestri del Novecento.

Il palazzo custodisce anche un archivio fotografico e una fototeca contenente 6.000 pellicole e una raccolta di vari album. Inoltre, qui si trova anche una biblioteca specializzata in storia dell’arte dell’Ottocento e del Novecento.

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