Palazzo e Piazza Farnese a Roma

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Palazzo e Piazza Farnese – un tuffo nel passato

Visitare Roma e scoprire la bellezza dei suoi monumenti è come fare un viaggio in un mondo antico sempre ricco di sorprese, che ad ogni passo rivela continue meraviglie. Oltre ai classici simboli noti in tutto il mondo, come il Colosseo, Piazza di spagna, Fori Imperiali e molti altri, vi sono altri palazzi e piazze degni di nota e assolutamente da visitare per scoprire una Roma inedita.

Tra questi luoghi forse non troppo nominati rientrano Palazzo e Piazza Farnese: sicuramente tra i più bei palazzi di Roma,  Palazzo Farnese e la sua splendida piazza sono tra i luoghi più interessanti della città eterna e certamente quelli da non perdere durante una visita in questa splendida città. Il palazzo, dotato di una splendida Galleria realizzata dai fratelli Carracci e del Domenichino, è una delle opere rinascimentali di Roma ancora ben conservati e uno dei gioielli che meritano di essere scoperti. Per la sua maestosità e la sua imponenza, ma soprattutto per la sua forma quadrata, venne soprannominato Il Dado. Vediamo di approfondire la nostra conoscenza su Palazzo e Piazza Farnese.

La storia di Palazzo Farnese

La costruzione di Palazzo Farnese fu iniziata nel 1514 da Antonio Sangallo e in seguito alla sua morte proseguita poi da Michelangelo e dal Vignola. Michelangelo ultimò il cornicione della facciata con il balcone centrale e il cornicione costituito da una larga fascia di fiori di giglio, la loggia con lo stemma Farnese, parte del secondo cortile e il terzo per intero. Successivamente, la costruzione venne ultimata da Giacomo della Porta. I materiali da costruzione in parte furono ricavati dagli scavi di Ostia Antica, mentre le travi del soffitto, che dovevano essere lunghe e resistenti, vennero portate dai boschi della Carnia.

A commissionare l’opera fu il cardinale Alessandro Farnese, che divenne Papa Paolo III nel 1534. La piazza, che prende ovviamente il nome dal maestoso palazzo Farnese, in realtà cominciò ad essere denominata così dal momento in cui il cardinale acquistò le case del cardinal Ferritz e ne demolì altre per realizzare una piazza su cui edificare una dimora di lusso.

Prima di essere denominata Piazza Farnese, la piazza si chiamò anche del Duca, in quanto Pier Luigi Farnese era Duca di Parma, e piazza di Napoli perché i proprietari del palazzo per un periodo furono i Borbone di Napoli. Infatti, per un periodo fu la residenza di Francesco II di Napoli che aveva perso il Regno. Nel 1911 venne acquisito dalla Francia e poi acquistato nuovamente dallo Stato italiano che per 99 anni lo ha affittato alla Francia per una cifra simbolica. Dal 1874 Palazzo Farnese è la sede dell’Ambasciata di Francia.

Le due vasche di Piazza Farnese

Il palazzo si articola su tre piani e comprende tredici finestre su ciascun piano, decorate tutte in maniera differente: questi particolari sono venuti fuori dopo un restauro, che hanno rivelato la policromia dei mattoni che decorano la superficie. Al pianoterra vi sono invece 12 finestre, mentre il portale è sormontato da una grande loggia balaustrata, sulla quale poggiano quattro semicolonne con capitelli corinzi e due colonne verdi.

Sull’architrave è posto lo stemma di Paolo III. Palazzo Farnese domina la famosa piazza omonima arricchita da due fontane gemelle realizzate da Girolamo Rainaldi: le due fontane sono in granito egizio provenienti dalle Terme di Caracalla. Una di queste vasche in precedenza era collocata in piazza S. Marco e portata a Piazza Farnese attorno alla metà del XVI secolo.

Le due vasche presentano decorazioni leonine e anelli a rilievo poggianti su delle piscine di travertino e al centro hanno due tazze che sostengono i gigli farnesiani da cui fuoriescono gli zampilli d’acqua. Sulla piazza si affaccia la chiesa nazionale svedese di S. Brigida, costruita nel 1391, quando venne canonizzata la santa svedese. Degno di nota è anche il palazzo Del Gallo di Roccagiovine, la cui costruzione venne iniziata nel 1520 da Baldassarre Peruzzi per conto di Ugo da Spina e completato sette anni dopo.

Cosa vedere a Palazzo Farnese

A primo impatto colpisce l’atrio del palazzo. L’atrio ideato da Antonio da Sangallo è stato realizzato ispirandosi agli antichi edifici. Infatti, è composto da una larga navata centrale e da due lati più stretti separati da colonne di granito provenienti dagli scavi delle Terme di Caracalla. Spettacolari gli ornamenti: sul soffitto a cassettoni risaltano il giglio e l’unicorno e nelle nicchie si susseguono i busti degli imperatori romani. Lo Scalone, ovvero la scala che porta al piano superiore, quello nobile, è composto da rampe maestose e a metà scalone si trovano due sarcofaghi sormontati da rostri di navi belliche romane che indicano la vittoria sul nemico.

Imperdibile è il Salone Rosso, anticamente chiamato anche “salone dei filosofi”, che accolse i busti antichi di poeti e filosofi fino al 1787. Oggi la collezione si trova al Museo Archeologico di Napoli. Altro salone spettacolare è il Salone Bianco, noto anche come la “Camera della Regina Cristina” poiché vi risiedette la Regina di Svezia dopo la sua abdicazione. In questo salone avvenne anche l’incontro tra Laval e Mussolini in cui si decise di trasferire il palazzo all’Italia.

Altro ambiente suggestivo è il Salone Giallo, con un soffitto a cassettoni decorato con lo stemma del cardinale Alessandro e con i simboli della famiglia Farnese che sono quattro, uno scudo, una nave, Pegaso e i gigli farnesiani. Da ammirare invece nel Salone delle firme gli affreschi che il Domenichino realizzati nel 1603 e raffiguranti Apollo e Giacinto e la morte di Adone e Narciso che poi si tramutarono in anemone, narciso e giacinto. Infine, suggestivo è anche il Salone d’Ercole, che prende il nome dalla statua di Ercole che è stata qui per diversi prima di essere trasferita al Museo Archeologico di Napoli dove si trova anche la collezione Farnese.

Un altro ambiente di questo meraviglioso palazzo è il Camerino Farnese, ovvero il gabinetto del cardinale, il cui soffitto è decorato con affreschi in cui vengono esaltate le virtù del cardinale. L’opera è custodita nella galleria del Museo di Capodimonte di Napoli.

Ma l’ambiente più famoso di Palazzo Farnese è senza dubbio la Galleria Farnese, affrescata tra il 1597 e il 1604 da Annibale Carracci, Agostino Carracci e dal Domenichino. La Galleria, larga circa sei metri e lunga più di venti, è decorata sulla volta con soggetti che narrano gli amori degli dei e sono ispirate quasi del tutto alle Metamorfosi di Ovidio. Nella parte centrale della galleria è raffigurato il corteo nuziale con il Trionfo di Bacco e Arianna su due carri trainati da tigri e con attorno figure danzanti che li accompagnano.

Imperdibili sono anche i giardini, molto vasti e ancor ben curati, che finiscono davanti alla “Casina di palazzo Farnese”, anche questa funzionante e pare che alcuni anni fa ha ospitato il principe Carlo mentre era visita nel Lazio.

I due giardini, dalla forma quadrata e sopraelevati, sono detti dell’Estate e dell’Inverno e la loro bellezza è impareggiabile, anche per la presenza delle fontane del Pastore, dei Satiri e di Venere, di notevole importanza storico-artistica.

Cosa vedere nei dintorni

Dopo aver visitato Palazzo Farnese immancabile è una tappa al vicino borgo di Caprarola, uno splendido esempio di urbanistica rinascimentale tagliato a attorno al XVI secolo dall’architetto Jacopo Barozzi detto il Vignola. L’obiettivo dell’artista era quello di dare al nascente Palazzo Farnese un viale d’ingresso trionfale.

Proprio per rispecchiare questa precisa riorganizzazione urbanistica venne creata la spettacolare “Via Dritta”, ovvero la principale via cittadina, che giunge dalla fine del paese fino al Palazzo.

Imperdibile è un giro nel centro storico, su cui si affacciano Palazzo Gherardi (ex Convento delle Agostiniane), edificato a fine XVI secolo e convertito nel Convento dei Santi Agostino e Rocco a inizio seicento e poi affidato alle monache Agostiniane.

Nel centro storico di Caprarola di grande interesse è la Collegiata di San Michele Arcangelo, delle tele settecentesche e seicentesche di immenso valore artistico, tra cui si possono ammirare l’Incredulità di San Tommaso del pittore Guglielmo Guglielmi, l’Assunzione di Maria tra i Santi di Francesco Cozza e il San Michele Arcangelo, San Silvestro, Sant’Egidio e San Giovanni Evangelista che pregano la Madonna.

Tappa da non perdere è al Castello di Vico, costruito intorno al XIII/XIV secolo, con i due torrioni circolari, uno dei quali conserva l’abside della Chiesa di Santa Maria Assunta.

Caratteristica è la quattrocentesca Fontana delle Tre Cannelle, edificata dai Riario-della Rovere, mentre da visitare sono anche la Chiesa della Madonna della Consolazione e il Convento Carmelitano a cui è affiancata la Chiesa di Santa Teresa.

Degna di nota è la Chiesa di San Marco, situata nella piazza all’inizio della Via Diritta e risalente agli inizi del XVI secolo. Nel 1873 alle spalle della Chiesa venne costruito il Convento del Divino Amore in cui si rifugiarono le suore Agostiniane quando quello di Sant’Agostino e San Rocco venne confiscato. In questo edificio moderno le suore si dedicano all’educazione dei bambini grazie alla gestione di un asilo e si curano della Chiesa. Inoltre, coltivano dei prodotti nel loro bellissimo orto. Qui si vive ancora un’atmosfera d’altri tempi!

Orari di apertura e prezzi dei biglietti di Palazzo Farnese

Indirizzo: Piazza Farnese a Roma
Come arrivare: a piedi
Orari di apertura: La prenotazione è obbligatoria su https://www.inventerrome.com/index.php/it/visitare-palazzo-farnese.

Prezzi dei biglietti: 9 euro

 

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