Piazza San Marco a Venezia

Piazza San Marco Venezia

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Considerata una delle piazze più belle d’Italia nonché salotto di Venezia, Piazza San Marco è uno spazio sul quale in passato e ancora oggi vengono ospitati tutti gli eventi di spicco della città lagunare. Sontuosa, scenografica ed elegante, è l’unica area della laguna che viene denominata piazza, infatti tutte le altre zone che hanno questa forma vengono definite “campi”.

La piazza vanta un ambiente magnifico, al cui centro si trova la spettacolare Basilica di San Marco, che si erge imponente e maestosa, accompagnata dal Campanile dalla cui cima si gode un panorama mozzafiato. Oltre alla Piazza vera e propria, compresa tra le Procuratie Napoleoniche, Vecchie e Nuove, nello spazio sono comprese altre due strutture, la Piazzetta San Marco e la Piazzetta dei Leoncini.

La prima rappresenta la continuazione dello spazio antistante Palazzo Ducale, sul quale sorge la Libreria, ed è l’immagine che si trova dinanzi chi arriva dal mare, mentre la seconda è situata a sinistra della Basilica di San Marco e trae il nome dalle due statue poste sull’area sovrastante. Scopriamo la storia e tutto quanto c’è da sapere su Piazza San Marco.

Piazza San Marco – Un po’ di storia

L’attuale forma di Piazza San Marco non è quella che era inizialmente. Infatti, quella che oggi è riconosciuta come il salotto elegante di Venezia è il risultato di diverse modifiche avvenute nel corso dei secoli.

Quella che oggi è la piazza anticamente era chiamata Morso, termine probabilmente dovuto al fatto che il terreno era più duro di quello circostante, mentre la parte più lontana dalla Basilica di San Marco Brolo era ricoperta di erba e circondata di alberi.

Nel mezzo scorreva un canale chiamato Batario, che separava Morso dal Brolo e sulle cui sponde si ergevano la Chiesa di San Teodoro e la Chiesa di San Geminiano. Le due chiese, costruite da Narsete, che era uscito vittorioso dalla battaglia con i Goti, stavano proprio l’una di fronte all’altra.

L’imponente Palazzo Ducale un tempo non era altri che un castello con torri e recinzioni, attorno al quale si trovava un canale. In seguito, quando il corpo dell’Evangelista Marco venne portato da Alessandria a Venezia e venne dato ordine di costruire la prima basilica, la zona cominciò ad assumere pressappoco l’aspetto odierno.

A gettare le fondamenta per costruire la Basilica di San Marco fu Giustiniano Partecipazio, che nell’828 proclamò anche il santo nuovo protettore della città. Nella basilica vi incluse l’oratorio di San Teodoro, che fino all’arrivo del corpo di San Marco era stato protettore di Venezia.

Un cambiamento significativo della topografia della piazza si ebbe nel 1156 quando il Doge Viatale II Michiel fece interrare il rio Batario e successivamente anche lo spazio davanti al Palazzo, dove venne realizzata la Piazzetta.

L’ampliamento della piazza venne messo in atto nel 1172, quando salì al potere il doge Sebastiano Ziani e fu possibile edificare nuove costruzioni. Terminato il lavoro di allargamento il doge Ziani fece cingere la Piazza da alcuni edifici a forma di galleria, i quali venne ro denominati Procuratie poiché vennero destinati all’abitazione dei Procuratori di San Marco.

Lunga 152 metri, la struttura è composta infatti da un portico di 50 arcate e 100 finestre. In questi anni venne innalzata anche la Torre dell’Orologio, che delimita un lato della costruzione, e nello stesso periodo vennero sgomberati i magazzini e gli orti che occupavano ancora l’aria della piazza.

Nel 1204 vennero installati i Cavalli di San Marco e la statua dei Tetrachi, realizzati dopo la disponibilità di marmo ottenuta dalla presa di Costantinopoli con la Quarta Crociata e nel 1264 venne realizzata la pavimentazione a spina di pesce della piazza.

In seguito ad un incendio avvenuto nel 1513 alle Procuratie, queste vennero abbattute e ricostruite per volontà di Antonio Grimani e Lorenzo Loredan, procuratori di San Marco, che ne commissionarono i lavori a Guglielmo Bergamasco sotto la direzione di Bartolomeo Bon, architetto delle Procuratie.

Da questo momento le abitazioni vennero denominate le Procuratie Nuove, in confronto a quelle altre situate nel lato opposto della Piazza che vennero definite le Procuratie Vecchie. I lavori delle Procuratie Nuove vennero terminati nel 1594 e vennero seguiti da vari architetti che introdussero anche qualche modifica allo stile della Biblioteca Marciana, una costruzione adiacente che era stata iniziata dal 1536 dal Sansovino, dopo che aveva edificato nel 1535 la Zecca.

Una volta caduta la Repubblica, le Procuratie Vecchie vennero vendute per esigenze belliche a privati, condizione mantenuta fino ad oggi, mentre le Procuratie Nuove e la Biblioteca divennero proprietà del governo austriaco e vennero trasformate in Palazzo Reale, che venne allungato dal cav. Soli di Vignola d’un’altra ala nel 1810, dopo aver demolito la Chiesa di San Geminiano.

La piazza, come detto prima, era luogo privilegiato per eventi di notevole importanza come l’Ascensione e spettacoli come quelli del Giovedì Grasso durante il Carnevale. Nel 1782 vi si si tenne perfino una caccia di tori in occasione della visita a Venezia dei principi ereditari di Russia.

Curiosità su Piazza San Marco

Cuore delle città lagunare, Piazza San Marco è circondata oltre che da meravigliose opere architettoniche anche da numerosi caffè e locali storici incastonati sotto i portici e luogo di ritrovo per cittadini e turisti che accorrono da ogni parte del mondo per immergersi nella sua suggestiva atmosfera.

Oltre alla sua storia millenaria, la piazza riserva alcuni particolari curiosi e interessanti da scoprire. Tra questi vi sono:

I simboli della repubblica di Venezia – Proprio davanti alla Basilica si trovano tre poli portabandiera che sono lì da sempre e che sono stati dipinti tantissime volte da artisti di tutto il mondo e che danno sempre una nuova immagine alla piazza.

Oggi sulle tre aste ora sventolano le bandiere di Venezia, dell’Italia e dell’Europa, in realtà però simboleggiano i tre regni conquistati dalla Repubblica Serenissima: Cipro, Candia, oggi Creta e la Morea, oggi Peloponneso.

Le bandiere di Piazza San Marco – Nell’era napoleonica i pili portabandiera di Piazza San Marco dovevano essere demoliti ma dopo varie dispute vennero lasciati al loro posto e trasformati nei simboli della Libertà, della Virtù e dell’Uguaglianza.

Le conquiste della Repubblica Serenissima – Per secoli città di grande importanza politica, Venezia utilizzava tutto il mediterraneo per i suoi traffici commerciali e celebrava le sue conquiste in Piazza San Marco. Esse compresero Cipro, territorio di Venezia dal 1489 al 1571, grazie al matrimonio tra Caterina Cornaro e Giacomo II di Lusignano re di Cipro; Candia, nome della città principale dell’isola di Creta; La Morea, territorio governato da Venezia dal 1685 al 1715, quando i Turchi lo riconquistarono.

Le colonne di Piazza San Marco – volgendo lo sguardo verso l’Isola di san Giorgio si possono osservare due colonne altissime, sulla cui cima si trovano due statue rappresentanti il leone di San Marco e San Teodoro.

Le colonne sono in granito e sono state trasportate dall’Oriente a Venezia nel XII secolo e si trovano nella piazza da circa mille anni. Nello spazio tra le colonne si svolgevano le esecuzioni, corpi dei condannati uccisi venivano appesi a testa in giù.

Nel 2001 sono stati iniziati dei lavori che dovrebbero fermare le maree medie, quelle comprese tra gli 80 ed i 120 cm sul medio mare, che allagano con frequenza Piazza San Marco. Il progetto prevede l’eliminazione del collegamento tra gli scarichi dei tombini dell’acqua piovana in modo da non consentire alla marea montante di entrare.

E’ stata quindi alzata la riva della Piazzetta verso il Molo fino al livello di progetto e sono state costruite delle vasche di compensazione in modo da poter contenere l’acqua piovana quando si verifica acqua alta e pioggia.

L’unico problema, anche se di piccola entità, è che se osservando la Piazzetta dal Bacino di San Marco la pavimentazione non è più visibile ed è come se, oltre alla visuale ostacolata vi sia anche uno sbarramento. Probabilmente anche per questo motivo i lavori non sono stati mai portati a termine.

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