La Casa – Museo di Carlo Goldoni Venezia

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La Casa – Museo di Carlo Goldoni è una delle attrazioni più visitate di Venezia. Appartenente alla Fondazione Musei Civici, il museo si trova all’interno di Palazzo Centanni situato in San Polo, che è anche la casa in cui nacque Carlo Goldoni il 25 febbraio 1707. Oltre al piccolo museo dedicato al celebre commediografo, il palazzo ospita anche un teatrino di marionette risalente al XVIII secolo e diversi oggetti attinenti ai teatri veneziani.

Ad oggi la struttura si presenta, grazie alla sua parte museale, come un posto suggestivo, quasi magico, assolutamente da visitare, reso spettacolare dalle innumerevoli risorse della museografia contemporanea, che ha permesso di rendere unico questo edificio gotico offrendo al pubblico la possibilità di immergersi in un’atmosfera straordinaria. Scopriamo la storia e tutto ciò che c’è da sapere sulla Casa- Museo di Carlo Goldoni!

Un po’ di storia

L’edificio in cui nacque Carlo Goldoni, denominato Palazzo Centanni, venne edificato nel 1400 e inizialmente era di proprietà della famiglia Rizzi, come si evince dal riccio scolpito nell’insegna di famiglia presente ancora oggi sul pozzo che si trova nella corte.

Nel XVI secolo venne dato in affitto alla famiglia Zentani o Centani, da cui appunto deriva il nome. La suddetta famiglia vi fondò una fiorente e importante Accademia artistico-letteraria. Intorno alla fine del ‘600 l’edificio venne acquistato da Carlo Alessandro Goldoni, notaio di origine modenese e nonno paterno del commediografo e vi si stabilì con la sua famiglia, rimanendovi fino al 1719.

Questo piccolo palazzetto in stile gotico ancora oggi presenta l’impianto e gli elementi tipici dell’architettura civile veneziana tra la fine XIV e l’esordio del XV secolo, nonostante abbia subito nel corso dei secoli diverse ristrutturazioni.

La facciata del palazzo segue l’andamento del fiume su cui si affaccia ed è dominata dalla elegante quadrifora al piano nobile, splendida con le sue sottili colonne e gli archi inflessi.

Il piano terreno presenta una pavimentazione tipica in cotto ed è composto dall’androne porticato che si apre verso la riva d’acqua e dalla corte suggestiva in cui si trova la scala scoperta che poggia su degli archi acuti digradanti. La scala ha una balaustra in pietra d’Istria contrassegnata da pilastrini arrotondati, leoncino e pigne.

Ai piani superiori si trova un piccolo salone sul quale si affacciano gli altri ambienti della casa, ma la pianta irregolare della casa ha eliminato parzialmente la funzione di asse mediano che aveva in genere il “portego” in questo tipo di edilizia.

L’ultima persona a risiedere nel palazzo fu la contessa Ida Manassero Camozzo. Fu da lei che nel 1914 Aldo Ravà, studioso illustre del ’700 veneziano, insieme al conte Piero Foscari e al commendatore Antonio Pellegrini acquistarono il palazzo.

Il loro intento era quello di trasformarlo in una struttura museale da dedicare all’intera arte drammatica italiana in omaggio del grande commediografo. Purtroppo a causa della guerra che scoppiò l’anno successivo non se ne fece più nulla e l’iniziativa non andò avanti.

Si dovette attendere al 1931 per vedere avanzare il progetto: in quell’anno, infatti, Ca’ Centani venne donata al Comune di Venezia per sottoporla a restauro e da questo momento la casa venne destinata a diventare Museo Goldoniano e Centro di Studi Teatrali.

Ancora una volta i lavori si fermarono per lo scoppio della seconda guerra mondiale e si dovette attendere la fine degli eventi bellici per riprendere i lavori di restauro, che vennero completati solo nel 1953. In quello stesso la Casa – Museo di Carlo Goldoni venne aperta al pubblico. Il palazzo allora ospitò l’Istituto di studi teatrali “Casa Goldoni”, che negli anni recenti è stato riallestito e restaurato come museo.

Altri restauri eseguiti intorno agli anni novanta hanno permesso di eseguire interventi per mettere in sicurezza la sede e rinforzare la struttura. E’ stato anche allestito un nuovo corpo scale e un ascensore per i disabili. Dal 1999 è stata eseguita una seconda fase di restauri nell’edificio, che hanno riguardato l’ampliamento e il riallestimento degli spazi espositivi, inclusa anche una riorganizzazione della biblioteca situata nel secondo piano della struttura.

Cosa vedere nella Casa – Museo Goldoni

Il Museo di Carlo Goldoni si sviluppa tra il pianterreno e le sale del piano nobile mentre al terzo piano ha sede la Biblioteca Centro Studi Teatrali che comprende 30.000 volumi e documenti ed è in assoluto una delle raccolte più complete e immense del mondo.

Il percorso per visitare la Casa Museo di Carlo Goldoni inizia dal portico, perché già da questo punto dell’edificio comincia il viaggio suggestivo che trasporta nella magica atmosfera del ‘700 veneziano. Alle pareti sono apposti dei pannelli illustrativi che narrano la vita di Carlo Goldoni, mentre vicino alla porta d’acqua un tavoliere da gioco didattico indica le varie dimore che aveva nella città di Venezia Carlo Goldoni e dove si trovavano i vari teatri dell’epoca.

Al piano nobile del museo si trovano le scenografie delle opere più celebri della produzione di Carlo Goldoni e ogni scena è allestita con arredi originali dell’epoca e viene presentata con una piccola parte del testo a cui si ispira. Alle pareti si trovano opere di Alessandro Falca, detto Longhi, che rendono perfettamente lo stile di vita del ‘700. In questo contesto i visitatori hanno l’impressione di trovarsi proprio al centro delle opere rappresentate e possono percepire davvero l’atmosfera della società veneziana nel XVIII secolo.

Il percorso si sviluppa lungo tre sale, all’interno delle quali sono rappresentate otto scene teatrali:

Sala 1

Atto primo – Scena XIV de ‘La Conversazione’. In questa scena Don Fabio arriva a casa di Madama Lindora. Lucrezia invita gli ospiti a divertirsi proponendo dei giochi e iniziando a discutere sui divertimenti principali dell’epoca.

Atto primo – Scena I de ‘L’Avvocato veneziano’. In questa scena l’avvocato Alberto Casaboni sta analizzando una causa mentre si trova alla sua scrivania ma nel frattempo giunge l’amico Lelio che gli propone di andare a casa di Beatrice per parlare.

Atto Terzo – Scena VI de ‘La donna di garbo’. Questa scena si svolge in casa del Dottore, con Brighella ed Arlecchino e si può ammirare un costume di scena originale di uno degli Arlecchini più celebri del ‘900.

Atto secondo – Scena IV, V e VI de ‘La figlia obbediente’. In questa scena Rosaura informa Florindo, che è innamorato di lei, di essere già promessa al conte Ottavio. Il padre Pantalone scopre i due innamorati.

Atto secondo – Scena V, VI de ‘La Finta ammalata’. Nell’ultima scena della 1° sala la giovane Rosaura di nascosto dalle sue amiche, che erano in pena perché soffriva per amore.

Sala 2

Atto secondo – Scena VII e inizio VIII di ‘Chi la fa l’aspetta’. In questa scena il pranzo è terminato e Lissandro dice ai camerieri di sparecchiare la tavola. Si possono ammirare i meravigliosi dipinti alle pareti che illustrano come vive la nobiltà veneziana all’epoca del commediografo.

Sala 3

Atto primo – Scena II e IV di ‘Il gioucatore’. Florindo crolla di sonno sul tavolo da giuoco mentre stavo contando quanti zecchini aveva vinto. Quando si sveglia immagina di vincere ancora di più. La scena mostra un tema all’epoca molto diffuso, ovvero la dipendenza dal gioco d’azzardo. Prezioso e da ammirare è il tavolo per il gioco del ‘biribisso’, un esemplare raro e originale.

Nella 3° Sala si trova anche un teatrino di marionette, realizzato da maestri artigiani veneziani che erano abili a riprodurre scene di vita reale con i meccanismi con cui si muovono le marionette. L’ultima scena della Casa di Carlo Goldoni viene rappresentata proprio nel teatrino: Atto terzo – Scena XIII e XIV de ‘Il servitore di due padroni’. In questa scena si vede Clarice che, in seguito ai malintesi scoperti e scatenati dall’amore che ha Silvio per lei, si lascia desiderare, ma nel frattempo entra Brighella che annuncia l’arrivo di Beatrice vestita da uomo. Le pareti sono adorne di scene tratte dai dipinti di Pietro Longhi, che Carlo Goldoni ammirava profondamente.

Il percorso di visita termina nella Videoteca, in cui i visitatori possono vedere un filmato-documentario su Carlo Goldoni.

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